Regno Unito:

svolta antievasione con la nuova Intelligence 3.0

Una vera e propria unità dedicata al controllo e alle verifiche è quella già al lavoro e dotata di nuovi strumenti d’intervento
unità investigativa 3.0
La chiamano Unit 3.0, sia per l’impiego massiccio di nuovi e sofisticati strumenti di tracciabilità sia per l’ampio e variegato expertise individuale che viene impiegato nel condurre attività, ricerche e analisi mirate a porre un freno al dilagare di evasione ed elusione. In realtà, il nome codificato, cioè istituzionale, è quello di Affluent Unit, tradotto, Unità dedicata al controllo e alle verifiche che hanno come fine quello di intercettare i flussi di reddito in fuga indirizzati nella zona d’ombra del tax gap, quindi evasione ed elusione, e provenienti da contribuenti “ricchi”. A questa categoria, secondo quanto ridefinito dalla Affluent Unit, distinta dall’Unità sorella che si occupa dei grandi contribuenti, appartengono tutti i cittadini che, oltre a risiedere nel Regno Unito, esibiscono redditi superiori alle 150 mila sterline annue o, in alternativa, una ricchezza netta che oltrepassa il limes di 1 milione di sterline. In sintesi, si tratta di un universo costituito da ben 500mila contribuenti, ampio, variegato, in stragrande maggioranza composto da professionisti, imprenditori, artigiani, insomma, la punta di diamante del sistema privato nazionale, naturalmente, con le eccezioni riconducibili al settore pubblico, tra cui politici e alti dirigenti di Stato.

Cambio di strategia – La novità riguarda i componenti di questa Unità dotata di particolari strumenti. Innanzitutto, negli ultimi 12 mesi sono stati aggregati ben 100 nuovi operatori alla piattaforma riservata a indagini sugli “Affluent”, cioè sui ricchi. E questo è già un segno di discontinuità rispetto alla parsimonia nella redistribuzione di risorse umane all’interno del fisco britannico. Ma il punto decisivo è rappresentato dal know how estremamente vario dei singoli componenti. L’Intelligence richiede un ventaglio esteso di competenze, e così a farne parte sono stati chiamati esperti fiscal-finanziari, naturalmente, ma con al fianco personale con vaste conoscenze in campi come la geopolitica, geoeconomia, digitalizzazione, mercati specifici, nuovi sistemi produttivi e, per concludere, geni creativi e attuariali, senza farsi mancare matematici doc. Insomma, una sorta di riunione di cervelli devoti a ricerche e analisi che, inizialmente accolti con circospezione e pessimismo, ora possono mostrare risultati quasi da primato, inattesi.

Il gettito è affluent, ricco, se derivato da contribuenti anch’essi affluent, ricchi – In 24 mesi di rodaggio, l’Affluent Unit è stata capace di ricondurre nelle casse dell’erario quasi 250milioni di sterline. Per Governo e Parlamento si tratta di cash extra, non iscritto nei bilanci previsionali e che, in via quasi automatica, è stato subito reindirizzato sul capitolo del finanziamento del welfare, in rosso da almeno un triennio. E così, questo mix di super-esperti, super-laureati, super-ricercatori e di super-creativi ha messo a segno un colpo di rilievo su di una specifica categoria sociale britannica tipicamente, quasi ritualmente, devota a considerare l’obbligo fiscale già assolto al momento della prestazione o erogazione d’un servizio specifico ad un cliente.

Come si evade – Le operazioni svelate dalla nuova Unit, riservata ai contribuenti Affluent, hanno evidenziato, in particolare, come tra gli stratagemmi più agevoli, diffusi e a prova di fisco, impiegati dai percettori di alti redditi svetti l’utilizzo di modalità variegate al fine di dribblare di versare l’imposta dovuta sulle successioni. Il risultato è il moltiplicarsi di conti internazionali ad hoc, di imprevisti e inusuali trasferimenti di proprietà e, per ultimo, a coronamento delle manovre messe in atto, la registrazione d’un numero impressionante di trust internazionali il cui unico scopo è quello di funzionare da porte girevoli per i capitali e gli asset patrimoniali provenienti da ricchi contribuenti, ansiosi di far in modo che il fisco riceva il meno possibile, meglio niente, dalle tasche degli eredi. Uno sguardo al futuro. Nonostante la buona performance, l’attività della Affluent Unit andrà verificata e confermata, anche se il bottino atteso per l’anno in corso dovrebbe condurre al superamento dei 200 milioni extra di sterline. Risultato che dovrebbe porre fine ad eventuali ripensamenti.
Stefano Latini

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