730 precompilato: una rivoluzione

nel rapporto tra Fisco e cittadino

Fino a ieri, i contribuenti indicavano i redditi e l’amministrazione effettuava i controlli; da oggi, l’Agenzia predispone le dichiarazioni e l’interessato verifica l’esattezza dei dati inseriti
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Il progetto della dichiarazione precompilata è in fase di avanzata realizzazione: acquisite le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, con il provvedimento del 23 febbraio scorso state stabilite le modalità e le tempistiche per l’accesso al modello 730 “confezionato” dall’Amministrazione fiscale, che sarà reso disponibile a partire dal prossimo 15 aprile.
Il direttore Rossella Orlandi è stata ascoltata questa mattina dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, a cui ha illustrato i progressi fatti nell’ambito della razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e finanziaria, con particolare riguardo al modello 730 precompilato e alla fatturazione elettronica.

Il numero uno dell’Agenzia delle Entrate ha sottolineato come l’introduzione della dichiarazione precompilata rappresenti una vera e propria rivoluzione nel rapporto tra Fisco e cittadino: si passa da un modello in cui i contribuenti dichiarano i redditi e l’Amministrazione finanziaria acquisisce ed elabora i dati da altri soggetti per controllare quanto dichiarato, a un modello dove le informazioni acquisite vengono invece utilizzate per precompilare la dichiarazione, semplificando l’adempimento del contribuente. A quest’ultimo, solo il compito di verificare esattezza e completezza dei dati inseriti.

L’adozione del modello 730 precompilato, inoltre, ridisegna il ruolo cui sono chiamati, nell’ambito del sistema fiscale, coloro che prestano l’assistenza fiscale (Caf e professionisti): gli intermediari diventano parte attiva del processo, chiamati a fornire servizi rilevanti tanto per il contribuente quanto per l’Amministrazione finanziaria. Per tener conto dei diversi livelli di responsabilità definiti dal decreto legislativo 175/2014 e dell’importanza del ruolo affidato agli intermediari, ma anche per evitare ricadute negative sui prezzi alla clientela, il Dm 29 dicembre 2014 ha rimodulato i compensi a loro riconosciuti dallo Stato per l’attività svolta.

Sul versante fatturazione elettronica, il direttore ha ricordato l’imminente scadenza del 31 marzo, data entro la quale l’obbligo coinvolgerà tutte le pubbliche amministrazioni, inclusi gli enti locali e le Asl. A tal proposito, la Orlandi ha rappresentato che il Sistema di interscambio (Sdi), la piattaforma attraverso la quale viaggiano i documenti informatici, è stato opportunamente potenziato per sostenere il conseguente aumento delle operazioni, senza decadimento della qualità dei servizi: si stima che l’infrastruttura possa arrivare a gestire il carico legato alla movimentazione di 50 milioni di fatture all’anno. Inoltre, per contenere i costi, sono state impiegate tecnologie che consentono di adattare il sistema a eventuali variazioni del carico con ragionevole tempestività.

Sicuramente positivo il dato registrato nella prima fase di applicazione della norma che porterà alla completa dematerializzazione dei processi: è stato accettato più dell’85% delle fatture (circa 1,5 milioni) per le quali le amministrazioni hanno inviato esito al fornitore tramite lo Sdi.
Per il 2015, poi, sono in programma interventi di modifica tecnica, che non avranno impatto sugli utenti, ma miglioreranno l’efficienza dell’infrastruttura e, di conseguenza, il livello del servizio offerto. Dati di funzionamento, aggiornati mensilmente, novità normative ed eventuali modifiche di processo, vengono pubblicati sul sito di riferimento www.fatturapa.gov.it.
Rosa Colucci

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