TAGLI AI COMPENSI DEI CAF

Pesanti riduzioni dei compensi per i servizi dei Caf in seguito al Ddl di Stabilità..
La Consulta nazionale di categoria denuncia: “Si teme per posti di lavoro, qualità dei servizi e tariffe”

La Manovra del governo mette in crisi uno dei servizi più vicini ai contribuenti: i Centri di assistenza fiscale (Caf), di cui usufruiscono ad oggi 18 milioni di cittadini. Le riduzioni previste dei compensi per i servizi svolte dai Caf, si aggirano al 23-25% (pari a circa 50 milioni), rischiano di mettere in ginocchio i Caf con la conseguenza di maggior costi per il cittadino ma soprattutto mettono a rischio molti posti di lavoro per gli operatori del settore ( 6 mila addetti a tempo indeterminato – 15 mila lavoratori stagionali).

La denuncia è della Consulta nazionale di categoria (riunisce 48 Caf associati, che coprono il 95% delle pratiche), che venerdì 28 novembre a Roma, in una conferenza stampa, ha sollevato i timori per una sopravvivenza dignitosa del servizio a partire dal prossimo anno.

“Il Ddl di Stabilità prevede la riduzione del compenso da 16,29 a 14 euro per ogni dichiarazione inviata telematicamente dal Caf – ha spiegato Valeriano Canepari, coordinatore della Consulta - e da 32,58 a 26 euro per le dichiarazioni congiunte di marito e moglie. Verrebbe inoltre abolito – ha proseguito - il compenso di 1,03 euro per ogni dichiarazione telematica inviata e congelato l’adeguamento Istat relativo al compensi per tre ani a partire dal 2011”.

Una stangata che si ripercuoterà, secondo la Consulta, sulla sostenibilità dei costi “rigidi” di gestione delle strutture: personale, sedi, possibilità di mantenere la tariffe economiche per gli utenti. “Di fronte ad un taglio di tale entità – ha spiegato Canepari -, ci vedremo costretti a operare su una pesante limitazione della spese “fisse”, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, tra gli stagionali soprattutto (circa 15mila a fronte dei 6mila assunti a tempo indeterminato) con un conseguente peggioramento del servizio ai cittadini”. Si rischia poi “un aumento delle tariffe pagate dai dichiaranti: un costo maggiore – ha proseguito Canepari - per poter ottemperare al dovere verso l’Erario a carico di quei contribuenti certamente più fedeli, che tipicamente si collocano nella fascia medio bassa”.

Un’operazione incongruente, hanno insistito i promotori dell’incontro, con la stessa strategia del governo e delle richieste dell’Unione Europea per una “forte azione di contrasto all’evasione fiscale”, da attuare anche “con quei nodi nevralgici di presidio e controllo che sono i Caf, sanzionati pesantemente dall’Agenzia delle entrate in caso di errore verso il cittadini”.

Impossibile per ora poter elaborare, da parte della Consulta, stime relative alla percentuale dei rincari previsti, né su quali comparti si dovrà ottimizzare il settore per rientrare parzialmente delle spese. “Tenteremo - conclude Canepari - di gravare il meno possibile sui contribuenti e di mettere in atto operazioni personalizzate per ogni territorio e ogni sede. Ora confidiamo in un prossimo incontro con la Commissione Bilancio del Senato e i capigruppo delle Camere, per trovare soluzioni equilibrate, in piena collaborazione”.


 

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